L’Ass.ne Finchè non capita a te offre al suo interno l’esperienza del Teatro.
Il teatro sociale è quello che l’Ass.ne promuove, Un teatro dilettantistico che rappresenta una
grande opportunità di crescita sociale e culturale.
Il Gruppo Teatrale creatosi al suo interno nasce dalla volontà di chi nel corso della propria vita, ha
dedicato gran parte del proprio tempo a trasmettere l’amore per il teatro ai tanti ragazzi, spesso con
situazioni incredibili alle spalle, e a divulgare le capacità che possiedono quei tanti giovani che nel
corso degli anni vi hanno partecipato e collaborato, nonostante si trattasse di un teatro amatoriale.
La passione nasce per un teatro ben preciso, il teatro di Eduardo de Filippo; indubbiamente uno dei
più grandi drammaturghi, registi, attori, poeti e sceneggiatori italiani del Novecento.
Il nostro teatro nasce esattamente nel 1986 con il debutto de “La Grande Magia”; fu un primo
palcoscenico amatoriale che ha dato vita a più di trent’anni di attività.
Una passione in continua evoluzione che parte dal piccolo paesino calabrese, passando ai
palcoscenici delle scuole, ai quartieri fino ad approdare “al di là delle mura di cinta”, in carcere; un
modo del tutto inedito di fare teatro, in un luogo che sembra lontano dagli occhi e dalle coscienze
della società civile ma nel quale, a volte, i limiti possono diventare armi vincenti e può accadere
l’incredibile, questi due mondi, che sembrano perfetti sconosciuti, diventano un tutt’uno.
Il Regista
Rodolfo Calaminici, nato a Petilia Policastro (Kr), regista e promotore delle commedie teatrali, da
sempre impegnato nel sociale.
Dal 1986 impegnato come Regista anche con varie Ass.ni socioculturali:
Gruppo teatrale Pagliarelle; Ass.ne culturale Giovanni Paolo II; Ass.ne Veliero; Ass.ne Finché non
capita a te.
Possiede una vasta formazione in ambito teatrale e contribuisce periodicamente alla realizzazione di
workshop formativi sulle varie tipologie di teatro.
“I giovani sono un interesse primario, bisogna credere in loro, nelle loro capacità e potenzialità, ed
i fatti concreti ne sono la piena conferma”.
Perché il Teatro di Eduardo de Filippo?
Eduardo de Filippo si distingue nel panorama teatrale per la sua umiltà e per il coraggio nel portare
in scena il disagio ed il dolore, elementi in cui, come lui stesso dichiarò, si trova la verità della vita.
Le sue opere si basano su un’attenta osservazione e descrizione della società italiana; ha sempre
visto, infatti, nella finzione teatrale una maggiore verità di quanto riusciva a vedere nella vita, dove
spesso, impegnati a portare tante maschere, gli uomini non vivono nell’”Essere ma nell’Apparire”.
Ma vi è di più, Eduardo de Filippo sognava un mondo dignitoso, seguiva la strada dell’impegno
civile, in particolare per le nuove generazioni, si faceva portavoce con il suo teatro, della
prevenzione della criminalità e della devianza giovanile; lottava, affinché i giovani avessero la
2 possibilità di un giusto inserimento sociale, affinché anche chi ha sbagliato potesse recuperare,
affinché la dignità umana non venisse calpestata neanche al peggiore dei delinquenti, ”recuperando
così la speranza e la fiducia di una vita nuova che restituisca loro quella dignità di cui hanno
diritto”, concludeva in Senato quando l’allora Presidente Sandro Pertini lo nominò senatore a vita.
Un impegno costante quello di Eduardo, specie verso quei ragazzi difficili detenuti a Nisida e
Filangeri, che diede alla luce una legge regionale, la n.41 del 1987, definita “Legge Eduardo", ma
che negli ultimi anni non venne più finanziata per mancanza di fondi.
Un sogno quello di Eduardo, che non è morto insieme a lui, ma che suo figlio Luca ha portato
avanti e che anche noi dell’Ass.ne Finché non capita a te cercheremo di proseguire e realizzare nel
nostro piccolo.
Obiettivi e Conclusioni
È fondamentale dare dignità ai ragazzi di cui ci prendiamo cura, aiutandoli a sentire la propria
responsabilità e ad esserne orgogliosi, a ricostruire il valore di essere parte di una società.
Il teatro permette il libero flusso di emozioni e sentimenti, rappresentando un percorso
trasformativo nel tempo, un percorso riparativo, perché l’arte ha questa capacità riparativa in sé e
noi non facciamo altro che offrirla come strumento a chi accoglie il nostro progetto ed accetta con
coraggio di “guardarsi dentro”.